di Yi’nan Diao
con Hugh Hu, Lun-Mei Kwei, Liao Fan, Regina Wan, Cina, 2019, 113’

Zhou esce dal carcere e finisce immediatamente in una violenta contesa tra gang, che si conclude con l’uccisione di un poliziotto. Braccato dalla legge e dai rivali, è costretto a fidarsi di una prostituta, Liu, forse innamorata di lui.
Opera seconda di un regista già vincitore di un Orso d’oro a Berlino e accreditato dai più come l’autore cinese su cui puntare per il futuro, Il lago delle oche selvatiche – titolo internazionale di un film che in originale è più o meno traducibile come “Appuntamento in una stazione del Sud” – conferma a più riprese come le speranze su Diao Yinan siano state ben riposte e come il suo stile sia già definito e maturo. Il genere d’elezione è nuovamente il noir come un’immersione in un sottobosco criminale crudele, regolato da leggi antiche.